Le altre strutture
IL GRANAIO
Il grande edificio che fronteggia a est la casa del fattore era un tempo adibito a granaio, cioè il luogo dove venivano ammassate le granaglie, frumento e mais, prodotte ogni anno. La parte interrata ospitava un tempo il torchio per la produzione del vino, posizionato in corrispondenza dell’elemento semicircolare prospettante sul cortile delle scuderie.
Il granaio si eleva su due piani ed è nobilitato da diversi elementi architettonici e plastici. I quattro i lati infatti hanno un coronamento a timpano ed elementi scultorei che rappresentano lo stemma di casa Greppi (lati nord e sud) i simboli del lavoro agricolo, con l’uva a est e il grano a ovest. Sui lati corti alcuni tondi che racchiudono i ritratti si Antonio e Paolo Greppi a occidente, di Giuseppe Greppi e Leonardo da Vinci a oriente. L’interno è impostato a una certa sobrietà e presenta un sistema di copertura a volte ribassate con nicchie voltate su tutti i lati e pavimentazione realizzata con ciottoli di fiume (la tipica rizzata lombarda); da notare le due corsie in pietra su cui scorrevano le ruote dei carri che depositavano le granaglie. Un portone ligneo con gradini in serizzo conduce al piano superiore.
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Un primo restauro, eseguito tra il 2007 e il 2008, ha recuperato la struttura, oggi perno centrale delle attività del Consorzio. Il piano terreno è infatti intensamente utilizzato come sala per concerti, riunioni e convegni, il piano superiore è attrezzato per esposizioni temporanee e mostre.
Il più recente intervento, conclusosi nel 2014, ha permesso di recuperare lo spazio interrato sottostante il granaio, oggi utilizzato come sala per riunioni, che in un futuro potrà essere attrezzato per attività di ristorazione e catering.
LE SCUDERIE
Il complesso delle scuderie ha un’impostazione architettonica a corte, chiusa sul lato meridionale dal fabbricato del granaio. I lati est e ovest si pongono in perfetta simmetria tra loro e verso il punto di unione con il lato settentrionale. Presentano entrambi una serie di tre portali incorniciati da nicchie con lunette finestrate. Il fabbricato di chiusura a nord risulta contrassegnato da elementi architettonici più colti: la sua facciata meridionale infatti presenta un timpano nella parte meridiana superiore, che reca al di sotto una monofora di grandi dimensioni. Ai lati di quest’ultima le aperture a grigliato in mattoni, tipiche dei fienili brianzoli, testimoniano la funzione rurale dell’intero complesso: qui si ponevano a ricovero carrozze e cavalli e si ammassava il fieno per nutrire gli animali. Il piano terra della facciata sud centrale è contrassegnato da quattro colonne con capitelli che ne evidenziano il prospetto sulla corte.
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Il restauro eseguito nel 2000 ha permesso di ricavare diversi ambienti oggi utilizzati come sale riunioni, uffici e aule per la formazione. Il cortile delle scuderie è particolarmente congeniale per proiezioni di cinema all’aperto, spettacoli e concerti estivi.
LA CASA DEL FATTORE
Nell’amministrazione di una villa nobiliare connessa ad un’estesa proprietà agricola, non poteva mancare la presenza del fattore. Ul fatùr (così veniva chiamato nel dialetto brianzolo) era la persona di massima fiducia del padrone perché aveva il compito, di grande responsabilità, di tenere sotto controllo e organizzare il lavoro dei coloni, ovvero i contadini che lavoravano i terreni di proprietà dei Greppi. Di sua competenza era la riscossione degli affitti che i coloni erano tenuti a pagare il giorno di San Martino, l’11 novembre di ogni anno.
Al fattore poi spettava l’acquisto delle attrezzature che servivano alla manutenzione del giardino e del roccolo per la caccia e a sua moglie l’acquisto degli utensili per le cucine della villa. Nei libri contabili dell’amministrazione di casa Greppi si susseguono i nomi dei fattori che si sono avvicendati nel corso degli anni, dal primo segnalato a partire dal 1820, Natale Sajno, fino all’ultimo negli anni Quaranta-Cinquanta del Novecento, il fattore Gerosa. Il fattore o la fattora (ci sono anni in cui il fattore di casa Greppi era una donna) viveva con la sua famiglia nella casa più vicina alla villa, la cosiddetta “fattoria”, o “casa del fattore”, un semplice edificio di ridotte dimensioni che si sviluppa su due piani.
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La fattoria è stato il primo edifico ad essere ristrutturato negli anni Settanta. Ha poi subito un ulteriore intervento di ammodernamento funzionale nei primi anni Duemila. Oggi ospita gli uffici del Consorzio Brianteo.