La guerra in casa, perché colpisce i civili, le loro abitazioni, la quotidianità. La guerra in casa, perché allora come oggi scoppia nella nostra casa comune europea. La guerra in casa, perché uccide, devasta e cancella l’anima di uno dei simboli della civilizzazione umana: la città. La guerra in casa, perché entra nella nostra vita attraverso i media e gli sguardi e le storie di uomini e donne costretti alla fuga.
A distanza di trent’anni esatti dall’inizio, il 5 aprile del 1992, del lungo assedio di Sarajevo, prendiamo in prestito il titolo del libro di Luca Rastello per una rassegna di approfondimento dedicata proprio alle guerre jugoslave. Un percorso accompagnato, per tutta la sua durata, dalla mostra fotografica Shooting in Sarajevo, lo scorso aprile allestita proprio nella capitale della Bosnia Erzegovina e ora accolta nell’Antico Granaio di Villa Greppi, e fatto di incontri con storici, giornalisti e fotoreporter, per approfondire le guerre degli anni Novanta e rintracciarvi gli elementi utili a comprendere meglio ciò che accade nell’Europa contemporanea e in questa nuova guerra, scoppiata ancora una volta nel cuore del continente.
LA MOSTRA
Da giovedì 2 a domenica 19 giugno
SHOOTING IN SARAJEVO –A cura di Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani
A trent’anni di distanza dall’inizio dell’assedio più lungo della storia recente, il fotografo Luigi Ottani e l’attrice, autrice e documentarista Roberta Biagiarelli portano a Villa Greppi la mostra allestita lo scorso aprile lungo il tristemente celebre “Viale dei cecchini” di Sarajevo. Si tratta di “Shooting in Sarajevo”, un’esposizione nata dal progetto che dalla primavera del 2015 ha visto Ottani e Biagiarelli tornare negli stessi luoghi da cui i cecchini tenevano sotto assedio Sarajevo e i suoi abitanti, scattando da lì le fotografie oggi in mostra. Gli appartamenti di Grbavica, l’Holiday Inn, la caserma Maresciallo Tito, le postazioni di montagna sono divenuti il punto di vista ideale per perdersi nella mente di chi, da quegli stessi luoghi, inquadrava per uccidere. Sono stati giorni di attese, di passaggi di uomini, donne e bambini, aspettando che il soggetto, ignaro, arrivasse al centro del mirino per fermare il momento. Un progetto editoriale divenuto mostra e che, per gli autori, vuole essere un gesto di affetto per Sarajevo, per le vittime, per i sopravvissuti e per tutti coloro che ancora oggi si trovano in ostaggio in aree di conflitto.
Orari: il sabato e la domenica dalle 15.30 alle 18.30 e in occasione di tutti gli appuntamenti della rassegna (a partire da un’ora prima dell’orario dell’evento). Altri orari su prenotazione.
Antico Granaio di Villa Greppi
via Monte Grappa, 21
Monticello Brianza